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Il fiume Zero

“Amo i fiumi. Amo in particolare quelli che sgorgano dalla terra, quelli che per farsi spazio e pararsi al nostro sguardo, sembrano forzare le viscere che li accoglie…Sono un richiamo irrefrenabile, o forse irrefrenabile è quel desiderio di inizio e fine, di percorso e di completamento che solo i fiumi sanno propormi in maniera così forte. E allora mi piace raccontarli, mi piace leggerli, descriverli…viverli ” (Pigi)

Tutto è cominciato con una piccola passeggiata in una noiosa domenica di fine agosto alle sorgenti del fiume Sile a Casacorba in provincia di Treviso : fantastiche direi!  Ma non mi basta. So che accanto, vicino, e a volte intrecciandosi con il suo corso e quindi condividendone i destini, altri fiumi compresi tra i confini delle province di Treviso, Padova e Venezia, scorrono nelle nostre pianure dopo essersi aperti un varco, una risorgiva! Ecco allora lo Zero, il fiume dal numero “nullo".

Lo Zero è un fiume di risorgiva. Nasce tra San Marco e Campigo, non lontano da Castelfranco Veneto in provincia di Treviso. Scorre attraverso la bassa provincia di Treviso (anche se un breve tratto iniziale è sotto quella di Padova) procedendo grosso modo in direzione sud-est; entra infine nella provincia di Venezia a Quarto d'Altino e si getta nel fiume Dese  in corrispondenza della sua foce nella Laguna Veneta poco a sud-est dell'odierna Altino. Durante il suo corso, tocca gli abitati di Badoere, Zero Branco, Mogliano Veneto e Marcon. Tra i vari canali e fossi che vi si immettono, il principale è il rio Vernise, che affluisce da destra poco dopo il centro di Zero Branco.
 

il percorso del rio Vernise_modificato.j

il Rio Vernise

(il percorso del Rio Vernise)

 

Il nome, anticamente scritto Iarius, Iarus o Zayro, deriverebbe dal nome di un colono romano (Darius e simili) a cui erano affidate le terre circostanti. Originariamente sfociava nel Sile, ma dal 1532 il tratto finale fu modificato artificialmente, portandolo all'attuale situazione.

Lo sfruttamento delle sue acque permise la costruzione di numerosi mulini sin dal medioevo, alcuni dei quali funzionarono a pale sino agli anni sessanta del Novecento. La maggior parte di queste strutture furono aperte a partire dalla metà del XVI secolo quando, attraverso il canale artificiale di San Marco ed una rostra, fu aumentata la portata del fiume sottraendo grosse quantitativi d'acqua al Sile. Sappiamo che nel 1678  erano funzionanti lungo il percorso dello Zero otto mulini, per un totale di diciassette ruote. I più antichi erano i mulini "Contarini" di Levada e "Tiveron" di Sant'Alberto, risalenti al Cinquecento. Quindi, scendendo verso la foce, si incontrava il mulino di Sant'Alberto (1667, sempre dei Contarini). Giunti a Zero Branco, si incontrava il mulino dei Grimani (seconda metà del XVII secolo, ricostruito nel 1727). Poi il mulino di Campocroce, il mulino del Terraglio a Mogliano (1663, appartenente al medico Francesco Brachi). A Marcon si trovavano invece il mulino dei Priuli, demolito nell'Ottocento, e il mulino Bonisiolo, già proprietà delle monache di Santa Caterina di Venezia che ha funzionato sino al 1970.

IL PERCORSO DEL FIUME

il percorso del fiume.JPG

San Marco di Resana

fiume DESE

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