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DA NOVENTA DI PIAVE A SAN DONA' 
 

CARATTERISTICHE TECNICHE. Lunghezza: 11 km. Tempi di percorrenza : 1 ora. Caratteristiche: essendo il percorso quasi interamente su sterrato per alcuni tratti anche sabbioso, è evidente che sono consigliate le stagioni asciutte.

GALLERIA IMMAGINI

Un sentiero infinito… una corsa a bordo fiume piena di sorprese con il fiume che si mostra e si nasconde in maniera capricciosa, quasi otto chilometri di natura selvaggia e di tratti al riparo dal sole e dalle voci e la velocità della cittadina… la voce del Piave qui è imponente e mi viene voglia di raccontarla con poche parole e molte immagini: decisamente tra i più bei tratti di tutto il fiume! La nostra pedalata ha inizio in Piazza a Noventa di Piave, lì di fronte alla chiesa.

CHIESA DI NOVENTA

Diamo le spalle alla Chiesa di San Mauro e ci dirigiamo in direzione sud su seguendo Via Roma e scendendo verso il Piave per  circa 0,5 km fino a trovare alla nostra destra Via Memo. La prendiamo e procediamo per 1,5 km circa fino a vedere sulla nostra sinistra un ingresso sullo sterrato

Poco oltre un bivio.  Noi teniamo la sinistra, non prima di aver ammirato sulla nostra destra un bel esemplare di “resteon” .

EL RASTEON

Il nostro viaggio prosegue sicuro così per circa 8 km. Tra sentieri stretti alternati da carreggiabili più ampie, tra vedute mozzafiato e sicuri cammini sotto le frasche.

SPETTACOLO

Uno spettacolo grande.  Eccoci ora nei pressi del ponte che ci annuncia la nostra vicinanza al centro di San Dona’ di Piave

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Noi teniamo la destra in salita e quindi ancora la destra fino ad entrare in Corso Silvio Trentin, ove, dopo aver percorso altri 0,35 km sulla nostra destra potremmo ammirare le colonne della Cattedrale di San Dona’. Il punto del nostro arrivo.

PER SAPERNE DI PIU'

NOVENTA DI PIAVE ( storia di scavi e archeologia)

Noventa di Piave si trova nella parte orientale della Provincia di Venezia e, più precisamente, è ubicato lungo la riva sinistra del Piave al confine con la provincia di Treviso. Il territorio comunale ha una superficie di 1807 ettari e per la sua collocazione nella piana fluviale e la vicinanza con il litorale dell'Adriatico ha un'altitudine media sul livello del mare molto modesta e con un andamento orografico del suolo (parallelo al corso del Piave) degradante dagli otto metri di Romanziol ai tre metri al confine di San Donà di Piave. Geologicamente il territorio comunale si caratterizza per la presenza di notevoli limi alluvionali (con sabbiosità accentuatesi in prossimità del Piave) stante le periodiche inondazioni del Fiume. Pertanto, dal punto di vista agricolo, non solo si presenta completamente coltivabile, ma di una feracità tale da consentire raccolti eccezionali, sia qualitativamente che quantitativamente, tanto nel settore cerealicolo quanto nella viticoltura. La maggioranza degli abitanti risiede nel capoluogo, ma l'intero territorio è punteggiato da abitazioni conservando Noventa di Piave i caratteri veneti dell’insediamento sparso. La campagna di Noventa di Piave presenta nella sua estensione, tra il corso medio del Piave ad ovest, ed il canale Bidoggia a nord-est, un armonioso assetto territoriale che le deriva dall’ordinata scansione delle strade e dei sentieri, dei canali e dei fossati, dei filari degli alberi lungo i campi. Tutti elementi del paesaggio che si compongono in un sistema ortogonale di divisione della terra di antica tradizione. Si tratta della più durevole testimonianza della presenza romana nella località, che faceva parte dell’agro meridionale centuriato di Oderzo (Opitergium, municipium romano iscritto alla tribù Papiria), sotto la cui giurisdizione rientrava, già dal I secolo a.C., il territorio noventano. I primi studi sulla centuriazione a sud di Oderzo si devono a E. Schulten (1898), che accertò l’esistenza dell’agro centuriato nella zona di Noventa di Piave. La nascita degli insediamenti dei coloni romani nel territorio di Noventa di Piave trova origine, secondo un racconto leggendario riportato da Floro, Tito Livio, Lucano e Quintiliano, nell’ambito della guerra civile che oppose Caio Giulio Cesare a Gneo Pompeo Magno. Durante tale conflitto, nel 49 d.C. nei pressi di Fiume, il tribuno militare Gaio Volteio Capitone preferì morire con un migliaio di volontari provenienti da Opitergium, piuttosto che arrendersi alla flotta di Pompeo. Come ricompensa, nel 49 d.C. Cesare decretò per gli abitanti di Oderzo lo status di cittadini romani, l’esenzione del servizio militare per 20 anni e la creazione di trecento nuove centurie, tra le quali l’agro centuriato di Noventa. Negli scavi archeologici diretti dal dott. Michele Tombolani della Soprintendenza Archeologica per il Veneto, effettuati tra il 1979 e il 1981, nell’area in cui sorgeva la chiesa dedicata a San Mauro distrutta per eventi bellici del 1917, fu messo in luce un complesso archeologico romano, medievale e rinascimentale che ha offerto un’articolata sequenza del processo insediativo locale, fin dalle sue origini, databili alla II metà del I secolo a.C. A tale epoca sono assegnabili i resti, pertinenti alla fase più antica, di una costruzione (villa rustica), orientata in direzione nord-est sud-ovest, messa in luce nello strato inferiore dello scavo, formato da sabbie alluvionali del Piave Nel 1976, nel corso di lavori nell’area in cui sorgeva la chiesa di San Mauro, vennero in luce resti di un mosaico romano. Nel 1979 e poi nel 1981gli scavi hanno accertato l’esistenza di due edifici romani sovrapposti, appartenenti a due epoche distinte e le fondazioni della primitiva pieve dedicata a San Mauro. Del primo e più antico edificio sono stati identificati quattro ambienti, fra i quali una vasta sala rettangolare con pavimento in cocciopesto, ornato da tessere bianche e nere, disposte a formare motivi geometrici (opus signinum)…

( notizie tratte da http://www.comune.noventadipiave.ve.it)

 

E credo che tutto ciò basti per avere una chiara idea della immensa storia  antica di questo Territorio e l’incrocio con l’antichità Romana.

 

Ma andiamo avanti …

Dopo le devastazioni del periodo altomedievale, intorno al X secolo si costituì un nuovo insediamento, anche grazie all’ottenimento da parte dei Veneziani dell'autorizzazione di Ottone III (996) a realizzare un porto e un mercato lungo la sponda del Piave nel punto terminale del corso navigabile del fiume. Nel 1090 l’imperatore Enrico IV diede in feudo alla famiglia Strasso la pieve di Noventa e parte del territorio comunale, mentre la sovranità temporale apparteneva al patriarca d’Aquileia. Del 1110 sono invece le prime arginazioni del fiume in seguito ad una piena eccezionale. La prima conferma della presenza di una chiesa a Noventa dedicata a San Mauro è del 1152 (il primo edificio era di stile romanico a pianta rettangolare e ad una sola navata con le pareti in mattoni ed il tetto in paglia);  altra preziosa testimonianza dell'antichità del luogo dal punto di vista cultuale, è data anche dal Capitello di Santa Febronia che certi studiosi datano intorno al XIV secolo, ma molto probabilmente più antico. Il XII secolo è stato per il paese il secolo della peste infatti mai come in quegli anni la malattia colpì le popolazioni. Oltre alle malattie nel 1180 proprio nel territorio comunale si combatté una guerra tra i da Camino e i da Romano alla quale seguì uno scontro più elevato tra i Trevigiani ed il patriarca di Aquileia (alleato dei da Camino) tra il 1192 ed il 1221. Ad una delle visite al territorio noventano del patriarca di Aquileia viene attribuita la fondazione dell'Oratorio della B.V. del Rosario, da altri attribuita a San Domenico di Guzmán. Il patriarca di Aquileia, nel 1177 diede in feudo Noventa con Mussetta e altri villaggi a Ezzelino da Romano. Nel 1260, dopo la violenta estinzione dei Da Romano, la giurisdizione su Noventa passò al comune di Treviso. Un documento del 1277 ci testimonia l’esistenza di un passo tra Fossalta e Noventa dato in appalto sei anni più tardi ad un certo Afanisio di Morgano mentre un documento del 1297 rileva la presenza di 2 chiese in quel di Romanziol di cui una dedicata a Sant’Elena e la seconda dedicata alla Vergine. Il 24 gennaio 1339 avvenne il passaggio di Noventa sotto la Serenissima Repubblica di Venezia, più precisamente sotto la Podestaria di Oderzo e venne suddiviso il paese in sette colmelli: Capoluogo, Guaiane, Gonfo, Lampol, Sabbionera, Romanziol e Tessere. Tra il 1379 ed il 1388 nel territorio opitergino e anche a Noventa si combatté la guerra tra le tre famiglie più potenti della zona: i Da Camino, i Della Scala e i Da Carrara. Alcune inondazioni avvenute tra il 1403 ed il 1404 fecero iniziare i lavori di costruzione di nuovi argini con golena. Nel 1413 iniziarono i lavori di restauro della chiesa di San Mauro. Nel 1470 una rotta del Piave a Romanziol spazzò via la chiesa dedicata a Sant’Elena. Il 1511 fu l'anno delle razzie delle truppe imperiali di Massimiliano I e della costruzione del campanile della chiesa di San Mauro, opera del maestro comancino Giorgio De Marcho (45 m). Nel 1562 la stessa chiesa venne riconsacrata dopo il furto sacrilego del 1559 e nel 1568 venne ampliata anche se il vero lavoro di ampliamento si tenne tra il 1582 ed il 1593 con l'aggiunta di due navate, del coro e del portale di destra opera del Sansovino. Il Piave in questo periodo fu protagonista di due drammatiche alluvioni: la prima nel 1572 e la seconda, che danneggiò seriamente la chiesa, nel 1601. Nel 1690 avvenne il primo restauro dell'Oratorio della B.V. del Rosario mentre è del 1741 l’arrivo della nuova campana per il campanile. Nel 1760 una violenta alluvione distrusse villa Erizzo. Del 1793 è invece la donazione alla parrocchia dell’icona della "Madonna Nera" da parte dei conti Burovich. L'icona bizantina risale al XV secolo mentre le corone sono state aggiunte in tempi recenti. Con la caduta della Repubblica di Venezia, il 28 maggio 1797 si stabilì un’organizzazione politico-amministrativo-giudiziaria provvisoria della regione con la nascita della municipalità di Noventa. Nel settembre dello stesso anno la municipalità, inizialmente aggregata al Cantone di San Donà, venne spostata sotto il Cantone di Oderzo. Il 15 gennaio del 1798, con la consegna del territorio agli austriaci da parte dei francesi, Noventa venne inoltre inclusa sotto il Cantone di Motta di Livenza. Il 29 aprile 1806 Noventa divenne un Comune inserito nel Distretto di Motta di Livenza, facente parte del Dipartimento del Tagliamento. Ma l'assetto geografico-politico mutò in fretta poiché il 22 dicembre dell'anno successivo avvenne il passaggio al Distretto di San Donà del Dipartimento dell’Adriatico (con capoluogo Venezia). Tra il 17 marzo ed il 14 maggio 1809 avvenne l'invasione austriaca e la riconquista del territorio. Di un anno più tardi sono i lavori per il rifacimento della canonica e per l’ampliamento del cimitero. Con la nascita del Regno Lombardo-Veneto si passò dai Dipartimenti alle province e Noventa divenne il settimo Comune della Provincia di Venezia, sotto il Distretto di San Donà. Essendo un Comune di IV classe venne affidato a due Consigli: un Convocato Generale ed una Deputazione Comunale. Il 1825 fu l’anno delle rotte del Piave: ben 12  in un solo anno. Gli echi risorgimentali dal resto del paese arrivarono in zona il 22 marzo del 1848 quando i cittadini instaurarono nel paese una municipalità ed una Guardia Cittadina e si unirono al Governo Provvisorio di Venezia guidato da Manin. Il 1º maggio dello stesso anno però il 47º reggimento del barone Kang Babenburg rioccupò Noventa. Del 1850 circa è la costruzione, ideata dal mons. Ferdinando Pagnossin della scuola elementare inferiore maschile mentre di 11 anni dopo è la costruzione dell'Asilo e della scuola della Dottrina Cattolica, entrambi situati accanto alla canonica.

Il 18 luglio 1866 entrarono nel paese i Cavalleggeri Monferrato che decretarono la fine del dominio austriaco, confermata dal plebiscito del 22 ottobre con l'unanime decisione di entrare a far parte del Regno d'Italia. Il primo sindaco fu Antonio Ca’Zorzi, eletto il 23 dicembre del 1866. Il 28 settembre 1875 anche Noventa ebbe il suo ufficio postale, diretto da Antonio Pizzetto. Dello stesso anno è anche la nuova scuola. Nel 1881 venne costruito un municipio che nel 1892 fu dotato di orologio. Nel 1891 Nacque nel paese un Istituto Bacologico diretto da Luigi Molon ed arrivò l’illuminazione pubblica. Il 2 novembre 1917 il sindaco informato della rotta della linea del fronte di Caporetto portò gli uffici comunali a Roma. Il 6 novembre alle ore 16 venne fatto saltare il campanile della chiesa per evitare che gli austriaci potessero usarlo come torre di osservazione. Il 10 novembre l’esercito austriaco entrò a Noventa trovando la città semi-deserta. Quattro giorni dopo si aprirono le ostilità fino al 1º novembre dell'anno successivo quando vi fu la contravanzata italiana. Il paese era raso al suolo e come se non bastasse il 7 novembre dell'anno successivo il Piave ruppe gli argini i quali stavano subendo dei lavori di rafforzamento a causa del conflitto. I lavori di rifacimento degli argini furono ultimati tra il febbraio del 1919 ed il marzo del 1920. Nello stesso periodo nasceva a Noventa la Società di Scavatori di Ghiaia che diede una notevole spinta all'economia del paese. Del 1921 fu invece completato il rifacimento del municipio prendendo come modello la struttura di quello preesistente. Nel 1922 Monsignor Rossetto fece costruire un asilo infantile ed un cinema parrocchiale mentre è dell'anno successivo la costruzione della nuova chiesa con un campanile che è secondo nel Veneto solo a quello di San Marco a Venezia. Nello stesso anno una squadra fascista di San Donà di Piave occupò il municipio del paese e l’anno successivo i fascisti vinsero le elezioni. Nel 1925 gli stessi fascisti costruirono a Noventa il Dopolavoro. Nel 1926 venne costruito il nuovo Oratorio del Rosario nel luogo ove era situato il precedente. L'8 settembre del 1943 è una triste data da ricordare per gli abitanti di Noventa in quanto segnò l'inizio dell'occupazione tedesca. Essi resistettero però fino al 27 aprile del 1945 quando venne liberata. L'ultima data storica rilevante per Noventa è l’alluvione del 5 novembre del 1966 quando il Piave tracimò dagli argini.

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