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DA LORENZAGO A S. STEFANO DI CADORE

 

CARATTERISTICHE TECNICHE  

Lunghezza: 17 km. Tempi di percorrenza : 2 ore. Dislivello: 18 metri

“ Acqua potente, acqua bloccata, acqua sfruttata, dighe, sbarramenti, potenza, il mostro delle acque sta da queste parti e me ne accorgo se volgo lo sguardo dall’alto delle mie pedalate… poche cose oltre ai piedi immensi di queste montagne… ma grande la sensazione di stare dentro alla maestosità di un fiume che non vede l’ora di esplodere oltre le strette di questi posti …”

GALLERIA DI IMMAGINI

La nostra tappa parte dalla piazza di Lorenzago.

LORENZAGO

E’ ora di tornare e proseguire il nostro viaggio! Lasciamo la chiesa alle nostre spalle e procediamo in discesa su via 5 novembre. Giù in discesa per 3,3 km sino a raggiungere il ponte sul fiume. Lì teniamo la direzione nord, cioè andiamo dritti senza attraversare il fiume. La direzione è quella verso Auronzo di Cadore, anche se noi ad un certo punto abbandoneremo la via per dirigerci più a est.

LORENZAGO

E … ancora dighe e sbarramenti da queste parti!

FORZA GRIGIA

Qua e là case isolate fanno da “segnaposto” al nostro viaggiare. Siamo in Via Cima Cogna, in direzione del Comelico. Così per 4,5 km. Si giunge quindi all’altezza di una strada a destra evidenziata dall’immagine che segue

VIA CIMA COGNA

Stiamo entrando nella vecchia strada che prima della grande galleria posta più a nord di oltre 4 km collega ora Lozzo con Santo Stefano. La strada  non è più usata e quindi è in cattivo stato. Ma ne vale la  pena, facendo grande attenzione alle cadute dei massi e alle buche , anche ampie sul terreno. Quasi all’inizio ecco la centrale … con il fiume sbarrato ancora una volta. E così per circa 6 km in leggera salita fino a giungere sulla principale nel punto di uscita della galleria. 

UNDER THE STONES

Facciamo altri 0,6 km e giungiamo al ponte sul piave che attraverseremo. Siamo oramai in arrivo verso Santo Stefano, annunciata da prati stupendi.

SANTO STEFANO DA LONTANO

Abbiamo percorso altri 2 km e dopo una breve, ma intensa salita entriamo nella via che disegna il centro di Santo Stefano di Cadore, via San Candido che percorreremo per circa 0,3 km . All’incrocio che segue giriamo a destra. E subito a destra eccoci nella piazza centrale di Santo Stefano. Siamo arrivati!

SANTO STEFANO

PER SAPERNE DI PIU'

LORENZAGO DI CADORE ( il paese dei palazzi). Il nome Lorenzago deriva dal latino Laurentiacum: furono infatti i Romani ad assegnare tale nome al paese quando l'intero Cadore entrò a far parte del loro immenso impero. Il  toponimo sarebbe un prediale, deriverebbe cioè dal nome proprio di un colono romano, un Laurentus o un Laurentius. La desinenza -ago, di origine celtica, è unica in tutto il Cadore, ma è comunque frequente in Veneto, e non fa altro che confermare l'etimo proposto: fundus Laurentiacus doveva dunque chiamarsi l'insieme dei possedimenti di questo Laurentus. Lorenzago gode di una posizione geografica privilegiata: situato su un verde altopiano soleggiato a 880 metri s. l. m., domina il lago del Centrocadore. Dolci pendii coperti di prati e boschi rigogliosi gli fanno da incantevole cornice; sopra ad essi si erge possente ed incontrastato il monte Cridola (m. 2581), somigliante ad un "merlato castello medioevale con ai lati le feritoie eccelse degli Spalti di Toro e dei Monfalconi" (Severino Casara).  La bella chiesa parrocchiale è del XVIII secolo e nel coro conserva una preziosa tela di Cesare Vecellio. Nel 1848 il paese visse le aspre battaglie dei cadorini impegnati nella resistenza contro gli invasori austriaci. Nel luglio del 1855 un terribile incendio distrusse l'intera borgata di Villagrande che venne presto ricostruita sulla base di un nuovo piano regolatore: autore del progetto fu l'architetto Segusini che prese a modello la città di Torino. Negli ultimi anni del secondo conflitto mondiale Lorenzago fu anche teatro di valorose imprese partigiane.  ( notizie tratte da www.comuneidlorenzago.it)

VERSO LORENZAGO (1).JPG

Il panorama è davvero suggestivo. Lorenzago era un tempo chiamato la "Venezia alta" per la bellezza delle sue case patrizie fra le quali spicca la Tremonti, risalente al XVI secolo.

Giosuè Carducci nell' Ode "Cadore", definì questa località "aprica"cioè aperta, solare!  Il paese si è imposto nel tempo come un apprezzato centro di villeggiatura; anche Papa Giovanni Paolo II ha scelto più volte di soggiornarvi. Il comune, suddiviso nelle due borgate di Villapiccola e Villagrande, conta circa 600 abitanti. È percorso dall'importante strada statale 52 Carnica che collega il Cadore al Friuli attraverso il Passo della Mauria, secolare luogo di transito; lì l'orizzonte abbraccia sia la valle del Piave, che quella friulana del Tagliamento; lungo gli otto chilometri che separano Lorenzago dal Passo, si colgono scorci stupendi delle Marmarole e dell'Antelao verso ovest, della catena del Cridola verso sud est. La storia del paese si riassume in quella dell'intero Cadore. Ricordiamo che i primi documenti scritti riguardanti Lorenzago risalgono al XIII secolo ed i Laudi sono del 1365. Nello stesso secolo ci furono scaramucce per questioni di confine con il vicino paese di Forni di sopra, ma la controversia si risolse definitivamente nel 1350. Durante i primi anni del XVI secolo, anche Lorenzago, come altri paesi del Cadore, fu teatro di combattimenti tra l'esercito della lega di Cambrai e quello veneziano. Quando nel 1508-11 il Cadore fu invaso dalle truppe di Massimiliano d'Asburgo, gli abitanti di Lorenzago vollero costruire, per voto contro la guerra e la peste, la chiesa della Difesa nella borgata di Villapiccola. La chiesa che oggi vediamo è del 1841: quella cinquecentesca venne distrutta da ben due incendi. 

Le montagne attorno

Lorenzago è circondato a 360° da suggestivi massicci dolomitici; volgendo lo sguardo alla destra del Cridola, si vede il lMontanello (2.441 m) col sottostante Agudo o Col della Croce (1.829 m). Girando sempre verso destra spunta più lontano, oltre le valli Talagona e Anfela, il Picco di Roda (2.227 m) nel gruppo del Duranno, e poi, oltre l'avvallamento in cui scorre profondo il Piave, si vede d'infilata una parte della lunga muraglia rocciosa del Bosconero, che sale col Monte Dubiea (1.660 m) e la Croda Cuz (2.201) alla parete verticale nord del Sassolungo (2.413 m) ed agli Sfornioi (2.409 m), sino alla larga ed erbosa depressione della forcella Cibiana (1.528 m), sopra la quale s'innalza a destra il Monte Rite (2.181 m), mentre nello sfondo oltre la forcella appaiono lontani i monti dell'Agordino (Gardesana e Tamer)… Continuando, sorge il verdeggiante Monte Trànego(1.847 m) e quindi s'innalza la piramide dell'Antelao (3.263 m), la vetta più alta del Cadore, che la valle d'Oten e la forcella piccola (2.121 m) separano dal gruppo delle Marmarole; di questo gruppo è visibile soltanto la parte orientale con la cresta d'Aieron e quella degli Invalidi (separate dal Vallone del Froppa), il gran pilastro della Croda Bianca (2.828 m), il Monte Ciastelin (2.601 m), caratteristico per la forma di dorso di dromedario, il campanile Ciastelin (2.572 m), la piccola Torre di Lozzo detta comunemente il « Pupo », che divide in due la forcella S. Pietro (2.319 m), e infine la Croda di San Lorenzo o Monte Ciarido (2.502 m), la cui estrema propaggine settentrionale con la Torre Artù (2.040 m) è nascosta dall'antistante Col Cervera (1.919 m)…

MONTAGNE ATTORNO
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